Mamma

Oggi è la festa della mamma . E’ tardi , lo so . Volevo pubblicare prima il pezzo, ma ho fatto la mamma tutto il giorno, ora dormono e io scrivo.

Mamma, parola completa , piena , che mentre la pronunci sei costretto quasi a sorridere , che da sola è potente come un abbraccio, parola che tutti, se fortunati, abbiamo pronunciato per prima e che, se ancora più fortunati, continuiamo a pronunciare da adulti.

Mamma la parola che sento tutti i giorni quando uno dei miei tre figli mi chiama per necessità oppure la dice così a caso senza sapere perché, ma la dice , come se gli desse coraggio , gli facesse compagnia.

Mamma quella parola a cui ti abitui più che al tuo nome, con cui sei chiamata più spesso che con il tuo nome , che ti farà voltare anche quando non è te che chiamano perché quelli nei paraggi non sono i tuoi di figli.

Mamma una parola che vorrei poter dire anche oggi e che invece ho sussurrato per l’ultima volta sei anni fa in terapia intensiva , mentre la donna più importante della mia esistenza stava lasciando una vita che non era più vivibile dignitosamente.

Mamma, grazie per avermi voluta così tanto , per avermi protetta e aiutata sempre, senza di te non sarei la mamma, e soprattutto non sarei la donna libera, che sono oggi. Grazie per avermi sostenuto nelle mie scelte follemente necessarie e fuori dagli schemi di una società ancora maschilista dove non c’è posto per chi vuole fare bene la madre senza rinunciare al proprio lavoro.

Mamma, il mestiere più diffuso e difficile al mondo, per cui non c’è un manuale con le istruzioni, non ci sono scuole o università dove apprenderne i segreti. Lo svolgi ebbasta finché c’è vita.

Auguri a tutte .

ML

Non solo in Toscana

Domenica scorsa era Pasqua e come ogni seconda domenica del mese avrei dovuto pubblicare il mio pezzo qui. Credevo di farcela scrivendolo nei giorni precedenti e invece sono arrivata alla mattina di Pasqua senza nulla di scritto. Dovendo scegliere se prendermela come giornata di festa oppure mettermi a scrivere , ho scelto la prima opzione e quindi eccomi qui oggi .

Questo articolo di Aprile lo dedico a tutti quelli che ogni giorno mi seguono e commentano sulle storie di Instagram. Grazie di cuore , perché io non do nulla per scontato e soprattutto perché ogni vostro commento è per me ossigeno e mi dà la spinta nei momenti difficili quando intorno tutto rema contro. (e credetemi nell’ultimo mese è stato come avere contro tutta la flotta britannica!)

Di recente in effetti ho cercato di relazionarmi di più con voi tramite i social e ho notato che la cosa è piaciuta, per cui continuerò a farvi domande e a chiedervi anche pareri su ciò che creo. Mi raccomando interagite perché voglio rendervi partecipi dei mie progetti.

Grazie intanto per le segnalazioni dei negozi nelle vostre città dove vedreste bene i mie pezzi, forse vi è suonato strano ma io credo nelle persone e se siete qui a leggere e mi seguite, vuol dire che quello che faccio vi piace quindi potete pure darmi un consiglio. Sono infatti arrivata al punto in cui vorrei esportare fuori dalla Toscana le Lalla’s e dato che voi siete in tutta Italia , penso sia stata un’ottima idea coinvolgervi. Dettaglio importante , se la boutique da voi segnalata diventerà un mio cliente, vi manderò un codice regalo e potrete usarlo sull’eshop.

Per quelle boutique che mi hanno chiesto le Lalla’s in conto vendita , mi dispiace ma non credo nel conto vendita, credo sia solo un escamotage dei negozi per non rischiare nulla decidendo di esporre un nuovo prodotto senza acquistarlo e allo stesso tempo sia poco rispettoso del lavoro che c’è dietro a quel prodotto. Sarebbe come andare dal medico per una cura e dirgli che lo paghiamo solo se la cura funziona. Quale medico accetterebbe ?

Quindi , in attesa di trovare le boutiques o concept stores che hanno il coraggio di investire nella mia creatività , io procedo come sempre. Avete visto i nuovi orecchini in vetro di Murano ? Come sapete sull’e-shop sono disponibili pochi pezzi per colore dato che non produco in serie per evitare sprechi. Fateci un giro.

Infine vi ricordo che i Lalla’s sono fatti tutti in Toscana, montati a mano, con materiali e componenti selezionati della migliore qualità italiana. Vi sono consegnati nel loro packaging logato in cotone 100% , ogni pezzo porta con sé il lavoro di varie mani e il tempo per crearne lentamente uno alla volta. Chi li acquista sostiene l ‘artigianato italiano di qualità e se non lo facciamo noi italiani , non lo faranno certo gli altri !

Ci vediamo su Instagram o magari dal vivo in giro o al Lab , bacio . ML

dav

Marzo , il mio mese preferito

Come sempre avevo pensato a un argomento per questo pezzo di marzo , il mese delle donne oltre che il mio, che son nata il primo e volevo dedicarlo a noi, alla nostra libertà.

La libertà senza condizioni, libertà di essere, di fare, di pensare e di dire la nostra. La libertà che dovrebbe essere oggettiva ma poi è soggettiva e cambia a seconda del luogo dove ci troviamo perché come sempre siamo condizionati dagli altri o dalle usanze e tradizioni o dalle mode e dalla società dove viviamo o dalle paure reali e immaginarie.

Volevo scrivere della libertà che in Italia c’è sulla carta ma poi penso sia limitata nei fatti, perché molte donne si limitano da sole, prima ancora di provarci. Altre volte è riconosciuta a parole come diritto ma, poi sul posto di lavoro, se per caso resti incinta e pensi di usufruire del tuo diritto di stare a casa, te la fanno pagare quando torni perché trovi un tizio seduto alla tua ex scrivania e tu sei relegata ad un altro lavoro che ti fa così schifo da licenziarti.

Volevo scrivere della libertà di essere mamma e allo stesso tempo inseguire una passione lavorativa , libertà che poi va a sbattere sempre sulla stessa domanda : come cazzo fai a conciliare lavoro e famiglia? ( e la risposta sarebbe, nello stesso modo in cui li concilia l’ uomo!)

Volevo scrivere della libertà di vivere da sole , inseguendo un sogno, una passione e non necessariamente un marito.

Volevo scrivere che ci pensiamo libere, libere di essere chi e cosa vogliamo ma se per caso sei poco poco figa, devi dimostrare di essere tanto tanto capace per meritarti lo stesso stipendio di un uomo che fa il tuo lavoro essendo solo capace.

Insomma volevo scrivere che ci pensiamo libere ma lo siamo a delle condizioni, solo se ci adattiamo e ci riorganizziamo ogni volta che, per difendere la nostra libertà, abbiamo dovuto mollare qualcosa.

Volevo scrivere tutto ciò poi, però, qualcuno ha scritto “pensati libera” su una stola a Sanremo. Allora magari io mi sbaglio e basta pensarsi libera per esserlo davvero in questo paese. O no?

Ci vediamo a Pasqua. ML

Chic, sicuri e leggeri.

Non ho mai pensato che la moda “classica”, quella chic, fosse morta. Certo, quella degli ultimi anni l’ha snobbata volutamente, credendosi innovativa, moderna, democratica . Invece, come si è visto nelle ultime passerelle, il classico chic è più vivo che mai.

Infatti personalmente credo che lo chic , non sia mai andato fuori moda, lo chic vero, cioè non volgare ed opulento , non eccessivo e per forza irrispettoso, non abbondante e volutamente stuccoso. Perché chic è tutto il classico che naturalmente ti fa essere te stesso .

“Se una donna è malvestita si nota l’abito. Se è vestita impeccabilmente si nota la donna” diceva Coco Chanel , ecco cosa significa essere chic, riuscire a farsi ricordare per chi siamo e non per cosa indossiamo e sarà così se abbiamo scelto e combinato bene abito e accessori, dopo aver tolto il superfluo e l’inutile.

Credo che siamo nel momento storico giusto per dare valore all’essenziale che ci veste, basta con gli stilisti che vogliono stupirci e ostinatamente trascinarci fuori dalla nostra confort zone . Chi l’ha detto che dobbiamo starne fuori ?

E quindi perché non riportare in auge quei capi classici e ben fatti che spesso stanno chiusi in soffitte o armadi dimenticati, quei capi che i nostri genitori mettevano negli anni 60, 70, 80?

In questo periodo di certezze volatili e di ansia palpabile, il vecchio ci darebbe sicurezza e ci riporterebbe nella nostra confort zone dove la maggioranza di noi alla fine vuole stare . Tiriamo fuori gli abiti dal buio, quelli che non abbiamo mai gettato via perché sono stati fatti con tessuti di qualità , perché sono stati cuciti a mano, perché hanno i bottoni in madreperla vera e perché sembrano nuovi dopo decenni. Quindi ridiamo vita ai vestiti di nostra madre , o alle giacche di nostro padre , oppure a qualcosa di nostro dimenticato da anni. Lasciamo che il vecchio diventi nuovo solo con piccoli ritocchi e riportiamolo alla luce abbinandolo ad un accessorio e ad un gioiello moderno perché oltre che di sicurezza c’è un gran bisogno di leggerezza là fuori e dentro di noi.

Sulla mia pagina Instagram ho già pubblicato alcune foto dove indosso capi appartenuti ai miei, non lo so, magari è perché sono un’inguaribile romantica, ma quando indosso una maglia di mia madre o il cappotto di mio padre io mi sento al sicuro e, con uno dei miei Lalla’s al collo, pure leggera !

E voi , ne avete di classici nell’armadio ?

Le cose sospese.

Esattamente un anno fa , nel mio pezzo di gennaio , auguravo a tutti che il 2022 portasse luce e libertà dopo due anni bui fatti di divieti e restrizioni che ci hanno messo alla prova prima di tutto con noi stessi.

Allora com’ è andata ? vi siete riappropriati della vostra libertà , vi siete liberati delle cose sospese o ve le state trainando dietro ? perché se non lo avete fatto ve lo auguro per il 2023.

Per libertà intendo quella di pensiero, di essere ed esprimere se stessi , di dire no serenamente perché sapete che il sì sarebbe troppo comodo per il prossimo, la libertà di non esserci per chi vi ha sempre dato per scontati, la libertà di amare chi scegliete, la libertà di agire diversamente dagli altri nonostante siano i vostri colleghi, la libertà di scegliere con la propria testa, la libertà di non dare spiegazioni seguendo l’istinto, la libertà di non sentirsi in obbligo di fare un regalo a Natale , o gli auguri di buon anno a chi vi ha volutamente ignorato per tutto l’anno, la libertà di accettare un invito, di non resistere di fronte all’ignoto, di gettarsi in nuove esperienze, di chiudere per ricominciare ma soprattutto la libertà di non lasciare le cose sospese.

Ci vuole coraggio lo so ma ve lo auguro perché il nostro passaggio su questa terra è talmente fugace che l’unica consolazione è sapere che stiamo vivendo cercando di essere autentici , divenendo, ogni anno che passa, sempre più simili a noi stessi, perché quando meno ve lo aspettate il vostro io vi metterà di fronte a ciò che siete o siete stati e allora lì sarebbe devastante scoprire di aver vissuto essendo qualcun altro facendovi scorrere addosso la vita senza esserne i protagonisti e, ancora peggio, senza prendervi la responsabilità di fare luce su quel pesante miscuglio di malintesi che vi portate dietro da un anno all’altro, schiacciati da un vivere veloce che giustifica, vigliaccamente, il rimandare ad un momento futuro che non arriverà mai.

Solo se riuscite a far prevalere la vostra libertà , sarete invincibili, nulla potrà scalfire la vostra serenità e in qualunque momento dovesse concludersi il vostro passaggio terreno , sarete pronti per affrontare quello successivo senza lasciarvi dietro il fardello delle cose sospese mai chiarite.

Vi abbraccio e che il 2023 sia più leggero per tutti.

ML

Natale arriva

Questo è l’ ultimo pezzo del 2022 e quindi sono d’obbligo gli auguri di Natale e anche quelli per un 2023 felice e in salute. Te li faccio subito perché se sei qui e stai leggendo , hai fatto una scelta e per me ha un valore importante. Oggi non legge più nessuno, guardano solo le figure….Quindi tu che leggi il mio blog sei speciale e ti meriti tutti miei più sinceri auguri.

Detto questo, non mi piace il “dover” fare gli auguri per forza e tanto meno il riceverli da chi per 364 giorni l’anno non si fa mai sentire. Meglio stare zitto e buono per tutti i 365 che sarebbe più logico e meno ipocrita.

Quindi l’ augurio che ti faccio è di avere nel 2023 dei rapporti umani veri e a Natale di ricevere una telefonata da chi magari ti ha fatto durante l’anno anche gli auguri di compleanno, o che ogni tanto si fa sentire per chiederti come stai, come stanno i tuoi figli o che ti invita fuori, o che magari vai a trovare tu senza che invece gli auguri ti arrivino con un whatsapp preconfezionato con due renne e babbo natale sulla slitta.

I rapporti umani che si erano già ridotti con l’evoluzione digitale e il diffondersi dei social, con la pandemia sono stati annientati , è stato come dargli la botta finale e chi già si nascondeva dietro lo schermo si è definitivamente nascosto dietro le mascherine. Personalmente ho perso i contatti con alcuni ma ho scoperto la stima di nuove persone che non mi sarei mai aspettata, l’importante è essere in movimento, chi si ferma sta fermo.

Allora buone feste e magari ci vediamo al Lab che fino al 23 dicembre è sempre aperto, per sicurezza chiama prima di passare…. sono sempre in movimento !

ML

Se non sei ad Arezzo le Lalla’s le trovi qui http://shop.lallasdesign.com

Il senso dietro Lalla’s

Come già pubblicato nelle storie su Instagram dell’ultima settimana, vorrei ringraziare tutti coloro che seguono Lalla’s da poco. Oggi i followers sono diventati cruciali un po’ per tutti e senza dubbio lo sono per chi come me crea oggetti da indossare e ha instagram come vetrina . Chi fa questo lavoro sa bene che ogni giorno riceviamo offerte da ogni dove per aumentare a pagamento il numero dei seguaci. A me non interessa il numero però e questo non pare lo abbiano capito. Mi interessa invece che si capisca la storia che racconto attraverso Lalla’s e mi interessa che anche un solo nuovo follower sia una persona veramente incuriosita da ciò che creo e comunico. Io creo bellezza da indossare e credo che anche tramite gli oggetti si possa comunicare chi siamo e in cosa crediamo. Come sempre nella vita , si tratta di fare delle scelte, anche quando ci vestiamo. Allora voglio spiegare, a voi che siete qui da poco, il senso che sta alla base di Lallasdesign. Le mie creazioni sono gioielli eco-friendly dal design innovativo fatti a mano in Toscana . I materiali usati sono ricercati con attenzione da me : oro, argento, alluminio, vetro di Murano, ebano, osso, semi, pietre dure, vetro reciclato, gomma, legno, piume, feltro. Spesso rilavorati e sviluppati insieme agli artigiani italiani che collaborano con me dall’inizio di questo viaggio. L’unica costante  è  niente plastica neanche reciclata. Non sono “semplici” gioielli ma ornamenti per il corpo appartenenti alle linee Luce, Aria, Pianeti, Terra, Metallica, Spazio e Armonia che variano in sfumature, materiali o forme così come variano i gusti delle persone. I Lalla’s infatti si scelgono a seconda dello stato d’animo ed è questo il senso di scegliere Luce rispetto a Pianeti o Spazio. Pensati per chi un giorno si sente urban e sceglie Pianeti e quello dopo mette Metallica perché si sente  rock e quello dopo un po’ ethnic e si mette Terra. Per chi non si sveglia sempre con lo stesso umore e si veste secondo come si sveglia. Per chi  è  libero di scegliere senza farsi condizionare dalle imposizioni esterne della moda restando se stesso. Per chi crede nella circolarità dei materiali. Lalla’s è per chi vuole un gioiello moderno che da solo lo definisce elevando il suo stile. Ed è proprio qui la differenza tra i Lalla’s e tutto il resto, riuscire semplicemente con un pezzo ad esaltare lo stile che ognuno di voi ha già mentre restate Voi Stessi. Tutto questo nell’ottica del comprare meno e meglio, a vantaggio del nostro pianeta , del nostro armadio e del non spreco imparando a scegliere ciò che non ci annoierà mai col tempo , perché la moda passa e lo stile resta. Molti Lalla’s sono sia per Lei che per Lui, dai pendenti Terra o Metallica regolabili in lunghezza e quindi indossabili in più modi, ai variopinti gemelli in vetro di Murano adatti a definire sia camice maschili che femminili o alle maxi spille utili a tutti per fermare sciarpe e colli di giacche o solo per dare un tocco di colore ai vostri capi invernali. Le quantità sono e saranno sempre limitate per tanti motivi tra cui l’unicità spesso dei componenti ma non è certo limitata la mia creatività. Vi invito tutti al Lab di Arezzo l’8 dicembre per l’ OPEN DAY , un giorno in cui si potrà accedere senza appuntamento solo per curiosare.  Buona domenica, ci si vede su instagram o sullo shop e se siete in zona, al Lab!  ML https://www.instagram.com/lallasdesign/

Viaggio dentro la creativita’

Ho scoperto che finora ho scritto 30 articoli sul blog, non li avevo mai contati. Il primo articolo l’ho pubblicato l’1 marzo 2019, il giorno del mio compleanno per farmi un regalo.

Direte che sembra strano, che razza di regalo sarebbe iniziare a scrivere ? invece per me e’ stato uno dei regali piu’ belli che mi son fatta, perche’ scrivere e’ espressione della mia creativita’, e’ un’esigenza che non posso piu’ nascondere e mi piace, un sacco. (comunque pure la vacanza che mi regalai alle Maldive per i miei 30 non fu male!)

Oggi voglio ringraziare tutti quelli che ogni volta mi dicono di avere letto con piacere , quelli che mi dicono di non smettere di scrivere e soprattutto quelli che ogni seconda domenica del mese mi leggono per la prima volta. Grazie , aspetto i vostri commenti.

Questo 31esimo lo dedico alla creativita’ che e’ un dono di cui sono grata nonostante tutto e che mi accomuna a molti di voi. La creativita’ e’ qualcosa di innato, se ce l’hai prima o poi verra’ fuori e dovrai farci i conti.

Quindi , prima lo capisci meglio e’. Perche’ la creativita’ non puoi nasconderla, non puoi soffocarla, non puoi fermarla , non puoi ignorarla e appena ti distrai sara’ lei a prendersi il comando della tua vita in una forma delle tante in cui si manifesta e tu potrai solo lasciarti guidare o stare male se la ostacolerai.

Ma siamo sicuri che essere creativi sia un dono meraviglioso e non una maledizione? un tormento , una tortura da cui non si scappa che ci insegue ovunque e che ci rende inquieti, pieni di domande  e dubbi senza fine?

Tanto per cominciare e’ qualcosa di cui essere consapevoli per non essere fraintesi quando ci si relaziona col prossimo visto che la frase tipica di chi vive con un creativo e’ “non gli si sta dietro!” . E’ vero, siamo dei tornado. Pertanto la creativita’ puo’ esser un problema quando ci si relaziona con il mondo esterno, del quale il 90% delle volte non ce ne frega nulla rischiando di passare per snob, mentre siamo solo nel nostro mondo lontano dalla vita quotidiana ma con le antenne sempre dritte.

Il problema del cervello creativo e’ l’incapacita’ di fermare la mente a causa di una insaziabile curiosita’ che porta a nuove idee per migliorare le cose. E’ una specie di tormento continuo per cui ci ritroviamo a inventarne di nuove nonostante le vecchie non siano ultimate e la cosa buffa e’ che se non ti occupi subito anche dell’ultima trovata diventi nervoso. Ecco questa e’ una sorta di maledizione e devi imparare a darti tempo o impazzisci.

Eppoi c’e’ il bisogno di solitudine, non sei mai veramente felice se non quando sei tu e il tuo io magari in mezzo a un bosco dove chiudendo gli occhi senti il tuo respiro seguire il ritmo del vento tra le foglie e diventi un fiore , un albero, una parte del tutto e allora raggiungi la pace, la tranquillita’ che ti servono per alimentare il tuo animo creativo.

Nel campo del lavoro, inseguiamo le passioni a svantaggio della carriera, se non proviamo passione, stimolati da cio’ che si fa, spesso molliamo la routine per orientarci verso strade nuove e sconosciute che il nostro istinto ci dice di seguire, nonostante i rischi che per noi non hanno mai importanza.

Infine la sensibilita’ ci aiuta nella creazione ma e’ spesso fonte di grandi sofferenze che potrebbero essere evitate se fossimo piu’ di testa che di pancia, ma non saremmo creativi allora, saremmo ragionieri . (e probabilmente vivremmo molto meglio).

Detto tutto cio’ , nessuno puo’ sfuggire da cio’ che e’ e tanto meno io dal mio pensiero divergente. Posso solo arrendermi alla realta’ , consapevole che creare non vuol dire arrivare ma ripartire ogni volta da dove sei arrivato e se nel viaggio si riesce ad essere soddisfatti delle tappe raggiunte senza prendersi troppo sul serio e divertendosi, beh e’ il massimo no ?

Buona seconda domenica di Ottobre. Ci vediamo il prossimo mese e nel frattempo su instagram “Lallasdesign”. https://www.instagram.com/lallasdesign/

MLL

PS : in Toscana fa ancora caldino speriamo duri finche’ “quelli la’ fuori” capiscono che vogliamo la pace e il termosifone.

Just my Memorial

I don’t believe in coincidences, so , if today is the second Sunday of September and at the same time the 11th , there must be a reason and that means it’s time for me to talk about it 21 years after. My readers know that I publish on the second Sunday of each month and they surely know that, on September 11th 2001 , the Manhattan Twin Towers disappeared for ever. Today in their place there is the 9/11 Memorial and every child of the world knows the story and knows where New York is.

In the eighties things were different, over here in Italy only a few people used to travel to New York on a regular basis and the US were perceived quite far from us. Manhattan entered in my life one day of September, just after the summer holidays. I was sitting in the kitchen in our home in Tuscany and I was only ten. My dad showed me the world map and asked me to indicate where I thought Manhattan was. I didn’t have a clue. He took my finger and put it on  New York saying :  “Now you know where it is, we are moving there in a month time”. He was a man of few words and all I realized was that I had to leave my friends behind to start a new life in a bloody far place on the other side of the Ocean.

The immediate feeling was that we were leaving for the moon. There was no internet or social network and all the information I could get was only by books or movies. My mother had no idea of what it was like to move from a town of ninety thousands inhabitants to one of seven million, neither had my unstoppable dad. I recall my grandparents sad faces when we left them for the first time, it was like “who knows if we’ll meet again” kind of face.

Despite all that, my parents did move and since then New York has been part of my life and it still is today.

When the Towers were attacked in 2001, I was working in my office in London. I remember receiving a phone call from a friend telling me to turn on the tv and I was shocked, a place I loved had been cancelled for ever.  I just couldn’t believe the towers had been razed to the ground together with the lives of those ones in there.

In that very moment I decided I had to go and see with my eyes.  Three months later there I was walking around Ground Zero. The whole area was fenced and I found myself in front of an immense void left by the collapsed buildings. With the help of a local friend I managed to get into one of the empty standing buildings to be able of looking down in order to see what remained of the World Trade Center. The scenery left me breathless.

Today, after 21 years, going to the 9/11 Memorial plaza, I feel a deep anguish along with a certain nostalgia for the Towers and for the many times I tried, as a teenager, to take a picture of them both lying on the ground and pointing the camera upwards.  Two fountains titled “Reflecting Absence” have replaced each fallen tower, young people walk by them and don’t even stop, some tourists do stop to read the names of the dead ones and all I see are two terrifying black holes that swallow running water .

Those fountains will never be as beautiful as the Towers.

MLL

The TwinTowers – My Photo 1990

Buon Ferragosto

Siamo a metà agosto, la data dello stop, del relax, dei concerti, delle città invase dai turisti e le spiagge piene d’italiani, delle fabbriche chiuse, delle autostrade intasate e delle dormite.

E’ il periodo delle vacanze, anzi Vacanze con la V maiuscola, quelle vere, quelle sacre, quelle in cui manco ci provi a cercare un idraulico che tanto è la settimana di Ferragosto…e a me preciso me ne servirebbe uno.

Ferragosto in Italia  è, in effetti, il momento in cui sei autorizzato a sparire per disintossicarti dallo stress quotidiano, tanto non ti cerca nessuno,  se non fai parte di quella percentuale di Italiani che a Ferragosto lavorano più che nel resto nell’anno. Loro possono sparire appena riprendono a lavorare tutti gli altri.

Ma siamo sicuri di riuscire a sparire e a liberarci dallo stress?

I miei genitori ,30 anni fa, riuscivano ,sicuramente più di me oggi, a farsi le vacanze in libertà. Nella casa del mare, tanto per cominciare, non avevano mai fatto mettere il telefono. Me lo ricordo bene perché per tutta l’estate per parlare col mio ragazzo mi dovevo fare un chilometro a piedi fino alla prima cabina telefonica senza avere neanche la certezza di sentirlo, nove volte su dieci facevo due chiacchiere con la madre sperando nel giorno dopo. 

I miei si facevano delle vere vacanze senza stress. La vita era semplificata. Nessuna chiamata telefonica, i parenti o amici della zona se volevano vederli li andavano a trovare sennò no.  La sera c’era l’ora del coprifuoco entro cui essere a casa e se non era rispettata erano cazzi, ricordo ancora mia madre in una lunga camicia da notte di seta chiara che le svolazzava alle caviglie, materializzarsi al cancello, tipo fantasma nella notte. Era scaduto il coprifuoco e io me ne stavo sul muretto lungomare davanti casa in dolce compagnia, mi presi prima un colpo e poi un ceffone. Avevo circa 18 anni, lui sparì per il resto dell’estate.

Per uscire con gli amici ci si salutava in spiaggia e poi si suonavano i campanelli più o meno dopo cena, ci si aspettava lungomare e se qualcun altro intanto passava si univa al gruppo. Mi sembra ieri quando mio fratello rispose al citofono al suo amico storico che gli chiese di me invece che uscire con lui. Era  tutto semplice, chiaro e diretto. Se per caso poi conoscevi qualcuno in spiaggia gli davi l’indirizzo e il cognome sul campanello.

Oggi è tutto un altro mondo, i telefonini sempre accesi . I ragazzi si messaggiano venti volte al giorno e se la ventunesima non appare la spunta blu di whatsapp nel giro di dieci secondi vanno tutti in paranoia. La libertà di sparire proprio non esiste! Google sa esattamente dove siamo e con chi siamo, dove abbiamo cenato ieri, che film si guarda stasera, quali amici ospitiamo, se ci fa male la testa o quanto dormiamo. Perché siamo noi a dirglielo.

Evitare parenti o pseudoamici diventa impossibile perché hanno visto sul web che tu sei arrivato dato che qualcuno ti ha taggato nella sua foto sotto l’ombrellone e tu manco lo sapevi.

Gli appuntamenti sono una roba del passato. Ce ne stiamo tutti insieme fino al tramonto in spiaggia e poi dopo cena duemila messaggi per mettersi d’accordo dove andare . Non si pensa più in anticipo, non si programma, tanto poi ci sentiamo dopo. Ma poi e’ tutto uno stress perche’ c’è chi ti lascia i vocali ma tu non puoi ascoltarli, chi visualizza e non risponde, chi preme invio ad ogni parola che digita e per leggerti una frase compiuta devi aspettare 25 invii/bi bip. La follia.

Se per caso conosci qualcuno , il cognome e l’indirizzo sono le ultime informazioni che dai. La prima è il profilo Instagram e se ti viene a trovare, mica gli mandi l’indirizzo, no, gli giri la posizione. Vuoi mettere , è molto più figo e soprattutto veloce e pratico.

Ed è proprio cosi’ che ci hanno accalappiato tutti, rendendo l’uso di questi aggeggi facile, gratuito e comprensibile anche da chi quando è nato non aveva manco la tv in casa . Tuttavia essere dei semplici utilizzatori di questi strumenti non vuol dire avere idea di come fanno a funzionare e finché non ce l’abbiamo forse potremmo evitare di dare a google ogni attimo delle nostre vite dandogli solo quelli che vogliamo che google sappia o diffonda per noi.

Basterebbe scattare foto senza back up di google foto, ma quanti lo fanno? Se un mio selfie va su google foto, in automatico sanno dove sono, con chi, come sono vestita, che borsa ho, da lì deducono i miei gusti e confermano cosa sanno già sulle mie capacità economiche tanto che mi arriva la pubblicità tarata sui miei interessi e gusti. Avendo accesso alla tastiera di Android, poi Google sa benissimo cosa digito, anche cosa cancello, cosa cerco su amazon o l’ultima volta che nella mia vita ho lasciato un vocale a mia madre.

Tutto questo capita anche in vacanza, perché google non si ferma a Ferragosto . Non possiamo sapere quali informazioni usano effettivamente e quali semplicemente archiviano , certo è che non abbiamo privacy perché una società privata ha accesso alla nostra vita in modo esclusivo e dettagliato più di quanto noi, per assurdo, possiamo avere.

In conclusione usare la propria testa resta sempre la prima opzione, spiegare ai ragazzi che quello che leggono su google non è sempre vero ma solo ciò che vuole diffondere. Certo è che la libertà è data dal conoscere, più ne sappiamo, più siamo liberi.

Non so se sia facile degooglizzare la nostra esistenza ma magari per 15 giorni di ferie evitare lo stress e riuscire a farci gli affari nostri non sarebbe male no?

Buon Ferragosto a tutti.

ML