Viaggio dentro la creativita’

Ho scoperto che finora ho scritto 30 articoli sul blog, non li avevo mai contati. Il primo articolo l’ho pubblicato l’1 marzo 2019, il giorno del mio compleanno per farmi un regalo.

Direte che sembra strano, che razza di regalo sarebbe iniziare a scrivere ? invece per me e’ stato uno dei regali piu’ belli che mi son fatta, perche’ scrivere e’ espressione della mia creativita’, e’ un’esigenza che non posso piu’ nascondere e mi piace, un sacco. (comunque pure la vacanza che mi regalai alle Maldive per i miei 30 non fu male!)

Oggi voglio ringraziare tutti quelli che ogni volta mi dicono di avere letto con piacere , quelli che mi dicono di non smettere di scrivere e soprattutto quelli che ogni seconda domenica del mese mi leggono per la prima volta. Grazie , aspetto i vostri commenti.

Questo 31esimo lo dedico alla creativita’ che e’ un dono di cui sono grata nonostante tutto e che mi accomuna a molti di voi. La creativita’ e’ qualcosa di innato, se ce l’hai prima o poi verra’ fuori e dovrai farci i conti.

Quindi , prima lo capisci meglio e’. Perche’ la creativita’ non puoi nasconderla, non puoi soffocarla, non puoi fermarla , non puoi ignorarla e appena ti distrai sara’ lei a prendersi il comando della tua vita in una forma delle tante in cui si manifesta e tu potrai solo lasciarti guidare o stare male se la ostacolerai.

Ma siamo sicuri che essere creativi sia un dono meraviglioso e non una maledizione? un tormento , una tortura da cui non si scappa che ci insegue ovunque e che ci rende inquieti, pieni di domande  e dubbi senza fine?

Tanto per cominciare e’ qualcosa di cui essere consapevoli per non essere fraintesi quando ci si relaziona col prossimo visto che la frase tipica di chi vive con un creativo e’ “non gli si sta dietro!” . E’ vero, siamo dei tornado. Pertanto la creativita’ puo’ esser un problema quando ci si relaziona con il mondo esterno, del quale il 90% delle volte non ce ne frega nulla rischiando di passare per snob, mentre siamo solo nel nostro mondo lontano dalla vita quotidiana ma con le antenne sempre dritte.

Il problema del cervello creativo e’ l’incapacita’ di fermare la mente a causa di una insaziabile curiosita’ che porta a nuove idee per migliorare le cose. E’ una specie di tormento continuo per cui ci ritroviamo a inventarne di nuove nonostante le vecchie non siano ultimate e la cosa buffa e’ che se non ti occupi subito anche dell’ultima trovata diventi nervoso. Ecco questa e’ una sorta di maledizione e devi imparare a darti tempo o impazzisci.

Eppoi c’e’ il bisogno di solitudine, non sei mai veramente felice se non quando sei tu e il tuo io magari in mezzo a un bosco dove chiudendo gli occhi senti il tuo respiro seguire il ritmo del vento tra le foglie e diventi un fiore , un albero, una parte del tutto e allora raggiungi la pace, la tranquillita’ che ti servono per alimentare il tuo animo creativo.

Nel campo del lavoro, inseguiamo le passioni a svantaggio della carriera, se non proviamo passione, stimolati da cio’ che si fa, spesso molliamo la routine per orientarci verso strade nuove e sconosciute che il nostro istinto ci dice di seguire, nonostante i rischi che per noi non hanno mai importanza.

Infine la sensibilita’ ci aiuta nella creazione ma e’ spesso fonte di grandi sofferenze che potrebbero essere evitate se fossimo piu’ di testa che di pancia, ma non saremmo creativi allora, saremmo ragionieri . (e probabilmente vivremmo molto meglio).

Detto tutto cio’ , nessuno puo’ sfuggire da cio’ che e’ e tanto meno io dal mio pensiero divergente. Posso solo arrendermi alla realta’ , consapevole che creare non vuol dire arrivare ma ripartire ogni volta da dove sei arrivato e se nel viaggio si riesce ad essere soddisfatti delle tappe raggiunte senza prendersi troppo sul serio e divertendosi, beh e’ il massimo no ?

Buona seconda domenica di Ottobre. Ci vediamo il prossimo mese e nel frattempo su instagram “Lallasdesign”. https://www.instagram.com/lallasdesign/

MLL

PS : in Toscana fa ancora caldino speriamo duri finche’ “quelli la’ fuori” capiscono che vogliamo la pace e il termosifone.

Just my Memorial

I don’t believe in coincidences, so , if today is the second Sunday of September and at the same time the 11th , there must be a reason and that means it’s time for me to talk about it 21 years after. My readers know that I publish on the second Sunday of each month and they surely know that, on September 11th 2001 , the Manhattan Twin Towers disappeared for ever. Today in their place there is the 9/11 Memorial and every child of the world knows the story and knows where New York is.

In the eighties things were different, over here in Italy only a few people used to travel to New York on a regular basis and the US were perceived quite far from us. Manhattan entered in my life one day of September, just after the summer holidays. I was sitting in the kitchen in our home in Tuscany and I was only ten. My dad showed me the world map and asked me to indicate where I thought Manhattan was. I didn’t have a clue. He took my finger and put it on  New York saying :  “Now you know where it is, we are moving there in a month time”. He was a man of few words and all I realized was that I had to leave my friends behind to start a new life in a bloody far place on the other side of the Ocean.

The immediate feeling was that we were leaving for the moon. There was no internet or social network and all the information I could get was only by books or movies. My mother had no idea of what it was like to move from a town of ninety thousands inhabitants to one of seven million, neither had my unstoppable dad. I recall my grandparents sad faces when we left them for the first time, it was like “who knows if we’ll meet again” kind of face.

Despite all that, my parents did move and since then New York has been part of my life and it still is today.

When the Towers were attacked in 2001, I was working in my office in London. I remember receiving a phone call from a friend telling me to turn on the tv and I was shocked, a place I loved had been cancelled for ever.  I just couldn’t believe the towers had been razed to the ground together with the lives of those ones in there.

In that very moment I decided I had to go and see with my eyes.  Three months later there I was walking around Ground Zero. The whole area was fenced and I found myself in front of an immense void left by the collapsed buildings. With the help of a local friend I managed to get into one of the empty standing buildings to be able of looking down in order to see what remained of the World Trade Center. The scenery left me breathless.

Today, after 21 years, going to the 9/11 Memorial plaza, I feel a deep anguish along with a certain nostalgia for the Towers and for the many times I tried, as a teenager, to take a picture of them both lying on the ground and pointing the camera upwards.  Two fountains titled “Reflecting Absence” have replaced each fallen tower, young people walk by them and don’t even stop, some tourists do stop to read the names of the dead ones and all I see are two terrifying black holes that swallow running water .

Those fountains will never be as beautiful as the Towers.

MLL

The TwinTowers – My Photo 1990

Buon Ferragosto

Siamo a metà agosto, la data dello stop, del relax, dei concerti, delle città invase dai turisti e le spiagge piene d’italiani, delle fabbriche chiuse, delle autostrade intasate e delle dormite.

E’ il periodo delle vacanze, anzi Vacanze con la V maiuscola, quelle vere, quelle sacre, quelle in cui manco ci provi a cercare un idraulico che tanto è la settimana di Ferragosto…e a me preciso me ne servirebbe uno.

Ferragosto in Italia  è, in effetti, il momento in cui sei autorizzato a sparire per disintossicarti dallo stress quotidiano, tanto non ti cerca nessuno,  se non fai parte di quella percentuale di Italiani che a Ferragosto lavorano più che nel resto nell’anno. Loro possono sparire appena riprendono a lavorare tutti gli altri.

Ma siamo sicuri di riuscire a sparire e a liberarci dallo stress?

I miei genitori ,30 anni fa, riuscivano ,sicuramente più di me oggi, a farsi le vacanze in libertà. Nella casa del mare, tanto per cominciare, non avevano mai fatto mettere il telefono. Me lo ricordo bene perché per tutta l’estate per parlare col mio ragazzo mi dovevo fare un chilometro a piedi fino alla prima cabina telefonica senza avere neanche la certezza di sentirlo, nove volte su dieci facevo due chiacchiere con la madre sperando nel giorno dopo. 

I miei si facevano delle vere vacanze senza stress. La vita era semplificata. Nessuna chiamata telefonica, i parenti o amici della zona se volevano vederli li andavano a trovare sennò no.  La sera c’era l’ora del coprifuoco entro cui essere a casa e se non era rispettata erano cazzi, ricordo ancora mia madre in una lunga camicia da notte di seta chiara che le svolazzava alle caviglie, materializzarsi al cancello, tipo fantasma nella notte. Era scaduto il coprifuoco e io me ne stavo sul muretto lungomare davanti casa in dolce compagnia, mi presi prima un colpo e poi un ceffone. Avevo circa 18 anni, lui sparì per il resto dell’estate.

Per uscire con gli amici ci si salutava in spiaggia e poi si suonavano i campanelli più o meno dopo cena, ci si aspettava lungomare e se qualcun altro intanto passava si univa al gruppo. Mi sembra ieri quando mio fratello rispose al citofono al suo amico storico che gli chiese di me invece che uscire con lui. Era  tutto semplice, chiaro e diretto. Se per caso poi conoscevi qualcuno in spiaggia gli davi l’indirizzo e il cognome sul campanello.

Oggi è tutto un altro mondo, i telefonini sempre accesi . I ragazzi si messaggiano venti volte al giorno e se la ventunesima non appare la spunta blu di whatsapp nel giro di dieci secondi vanno tutti in paranoia. La libertà di sparire proprio non esiste! Google sa esattamente dove siamo e con chi siamo, dove abbiamo cenato ieri, che film si guarda stasera, quali amici ospitiamo, se ci fa male la testa o quanto dormiamo. Perché siamo noi a dirglielo.

Evitare parenti o pseudoamici diventa impossibile perché hanno visto sul web che tu sei arrivato dato che qualcuno ti ha taggato nella sua foto sotto l’ombrellone e tu manco lo sapevi.

Gli appuntamenti sono una roba del passato. Ce ne stiamo tutti insieme fino al tramonto in spiaggia e poi dopo cena duemila messaggi per mettersi d’accordo dove andare . Non si pensa più in anticipo, non si programma, tanto poi ci sentiamo dopo. Ma poi e’ tutto uno stress perche’ c’è chi ti lascia i vocali ma tu non puoi ascoltarli, chi visualizza e non risponde, chi preme invio ad ogni parola che digita e per leggerti una frase compiuta devi aspettare 25 invii/bi bip. La follia.

Se per caso conosci qualcuno , il cognome e l’indirizzo sono le ultime informazioni che dai. La prima è il profilo Instagram e se ti viene a trovare, mica gli mandi l’indirizzo, no, gli giri la posizione. Vuoi mettere , è molto più figo e soprattutto veloce e pratico.

Ed è proprio cosi’ che ci hanno accalappiato tutti, rendendo l’uso di questi aggeggi facile, gratuito e comprensibile anche da chi quando è nato non aveva manco la tv in casa . Tuttavia essere dei semplici utilizzatori di questi strumenti non vuol dire avere idea di come fanno a funzionare e finché non ce l’abbiamo forse potremmo evitare di dare a google ogni attimo delle nostre vite dandogli solo quelli che vogliamo che google sappia o diffonda per noi.

Basterebbe scattare foto senza back up di google foto, ma quanti lo fanno? Se un mio selfie va su google foto, in automatico sanno dove sono, con chi, come sono vestita, che borsa ho, da lì deducono i miei gusti e confermano cosa sanno già sulle mie capacità economiche tanto che mi arriva la pubblicità tarata sui miei interessi e gusti. Avendo accesso alla tastiera di Android, poi Google sa benissimo cosa digito, anche cosa cancello, cosa cerco su amazon o l’ultima volta che nella mia vita ho lasciato un vocale a mia madre.

Tutto questo capita anche in vacanza, perché google non si ferma a Ferragosto . Non possiamo sapere quali informazioni usano effettivamente e quali semplicemente archiviano , certo è che non abbiamo privacy perché una società privata ha accesso alla nostra vita in modo esclusivo e dettagliato più di quanto noi, per assurdo, possiamo avere.

In conclusione usare la propria testa resta sempre la prima opzione, spiegare ai ragazzi che quello che leggono su google non è sempre vero ma solo ciò che vuole diffondere. Certo è che la libertà è data dal conoscere, più ne sappiamo, più siamo liberi.

Non so se sia facile degooglizzare la nostra esistenza ma magari per 15 giorni di ferie evitare lo stress e riuscire a farci gli affari nostri non sarebbe male no?

Buon Ferragosto a tutti.

ML

Vacanze

Come state passando l’estate?

Siamo d’estate, tempo di vacanze, parola che deriva dal latino vancans che significa essere vuoto, essere libero, in sostanza tempo per fare quello che ci pare. Ma è proprio così ?

Sarei curiosa di sapere come vedete le vacanze voi e se ve le fate in libertà oppure vi dovete accontentare di cambiare aria. Io penso che le vacanze non siano la stessa cosa per tutti e che varino a seconda dell’ età e soprattutto della situazione psicofisica in cui ci troviamo ma non faccio che sentire amici che tornano dicendo che devono farsi una vacanza per riposarsi dalla vacanza. Qualcosa non quadra.

Trasferirsi in una casa al mare non significa andare in vacanza ma semplicemente fare da un’altra parte le stesse cose che facevi nella casa in città . Farsi una nuotata al mare ogni tanto non vuol dire essere in vacanza ma farsela come chi se la fa in piscina nella casa di campagna. Mica va in vacanza , cambia solo casa.

Le vere vacanze quindi per me sono altro. Qualcosa di molto diverso dal cambiare indirizzo che, per come la vedo io, andrebbero fatte da soli o al massimo con chi ti rispetta così tanto da lasciarti in pace senza chiederti nulla e per assurdo restando pure a casa propria.

Parlo di quel tipo di vacanza in cui non devi adeguarti ai bisogni altrui per evitare sconquassi familiari, o malintesi fra amici, quella in cui se non hai voglia di alzarti resti a dormire senza pensare che poi alzarsi tardi crea problemi per il pranzo (che magari tu non vuoi farti), quella in cui stai a guardarti un tramonto in riva al mare senza la fretta di ripartire perché sennò chissà a che ora sarà la cena, quella in cui ti leggi un libro finché hai voglia o ascolti la musica al massimo, quella in cui se non ti senti di parlare, non parli e ti fai una doccia a mezzanotte o una camminata all’alba, la vacanza senza orologio, in cui il tempo e’ scandito solo dai tuoi bisogni insomma.

Quindi vi auguro la vacanza che vi lasci liberi il piu’ possibile di essere chi volete, senza compromessi forzati dovuti a chi vi circonda, vi auguro di riuscire a prendervi il vostro spazio senza esser giudicati , certo se siete in famiglia non è facile ma le cose si possono spiegare anche ai figli e a chi ci ama.

Perciò voletevi bene e staccate davvero la spina per non tornare a casa più stressati di prima. Io ci provo ogni estate, a volte ci riesco altre meno, quest’estate per ora e’ stata tosta (come era prevedibile a pensarci bene) ma siamo solo all’inizio no? 

Buone vacanze a tutti da Lalla’s 🦋

Facciamoci una domanda

E’ tempo di scrivere e sono due ore che sto qui davanti al pc. Avevo buttato giu’ un pezzo sull’amicizia quella un po’ ipocrita di chi ti incontra dopo lungo tempo e ti saluta dicendoti “che fine hai fatto? non hai piu’ chiamato…” a cui io risponderei “beh manco tu, quindi siamo pari, vogliamo ripartire da qui ?” . Poi pero’ ho cancellato il tutto perche’ ho pensato che oggi, ai tempi dei social, “che fine hai fatto?” non te lo chiede piu’ nessuno , nemmeno quelli che non ti sentono da mesi perche’ comunque ti ‘seguono’ sui social e quindi al massimo ti direbbero con tono urtato “ho visto su Instagram che eri a Roma …ma non mi hai chiamato…” , oppure ti chiedono “come sta tua madre?” quando ormai sono tre anni che e’ morta ma tu, da asociale quale sei, non avevi scritto “buon viaggio mamma” su facebook perche’ per te quello e’ un social, non la tua vita privata .

E allora ho riflettuto che molti vivono solo sui social e noi per loro esistiamo solo li’. Poi se ci pensate bene, la pandemia ha peggiorato le cose e da 2 anni tanti sono spariti del tutto dalla nostra vita reale. Quindi mi sono detta “se non li ho sentiti per 2 anni, vuol dire che posso stare senza sentirli per altri 2, 4, 8 anni” e ho capito che devo fare come fanno i giapponesi con i vestiti, quelli che non mettono da piu’ di 2 anni, li buttano, li mettono via fuori da casa e cosi’ certe persone vanno lasciate fuori dalla nostra vita, tanto fuori ci sono gia’… Si tratta solo di esserne consapevoli.

Sembra una stupidata ma fare spazio fa bene, come quando in pandemia sono riuscita e dimezzare l’armadio di abiti inutili. La pulizia va fatta anche sui social pero’ perche’ l’effetto paradossale di questi e’ che tengono aggiornati i vostri amici su cio’ che fate tra storie e post autorizzandoli a non farsi vivi, tanto vi vedono li’, o come dice un mio amico, vi spiano regolarmente senza commentare o mettere likes. In effeti come vogliamo definire quelli che si vedono tutti i vostri post senza commentare o mettere almeno un cuoricino ma sono i primi a guardarsi le storie e stanno sempre online? Amici ?

Quindi fatevi una domanda : se non ci fossero i social cosa saprebbero i vostri amici di voi e voi di loro ? quando e’ che avete parlato con loro l’ultima volta? la verita’ e’ che potreste essere morti voi e pure loro e soprattutto che quello che sta sui social e’ solo una minima parte della vostra giornata (spero…). La vita e’ fatta di momenti belli e tristi da condividere solo con chi ne vale la pena. In poche parole meglio una telefonata sincera di un amico, che 2000 ‘Rip’ del cazzo nei commenti.

E adesso buona domenica, vi saluto che vado a teatro con le mie girls.

ML

Dedicato alle mamme e non solo

Diciamolo subito, oggi sulla mamma avrete letto di tutto .

Per come la vedo io sarà una vera Festa della Mamma solo quando la famosa domanda “Come pensa di conciliare il lavoro con la famiglia?” sarà posta anche ai babbi e non solo alle donne-mamme . Temo non accadrà mai, ecco perché.

Nonostante le paginate scritte sul ruolo della donna in famiglia e i tentativi di parità di doveri e diritti tra uomo e donna , la mamma è la mamma e sarà sempre un passo avanti all’uomo che non potrà mai essere al suo pari perché è una questione di DNA, loro sono monodirezionali e noi multi. Mi spiego meglio : una mamma mentre aspetta che il caffè arrivi, svuota il lavandino, lo pulisce, carica la lavastoviglie, annaffia le piante , prepara le merende ai figli ; un babbo aspetta , fissando la moka . Ci siamo capiti ? E’ così e basta.

Quel che è certo è che ad essere mamme non ce lo insegna nessuna scuola, possiamo aver avuto un esempio da seguire o meno in nostra madre ma s’impara solo vivendo e spesso dopo tanti errori. Una mamma è continuamente sotto osservazione, in perenne apprendistato, per forza multitasking (bella parola inglese per dire che ne fai varie insieme, tipo caffè-lavastoviglie-piante-merende), medico e psicologa 24h.

Sicuro è che ognuno ha la sua ma non è detto che tutte le mamme oggi li meritino questi auguri , non basta mica aver partorito per guadagnarti gli auguri, essere mamme vuol dire molto di più che semplicemente mettere al mondo, vuol dire prendersi cura di chi hai partorito.

Almeno da come la vedo io , ci sono mamme adottive migliori di quelle naturali. Come in tutte le cose, c’è il buono e il cattivo, il bello e il brutto e ci sono mamme assenti o presenti, mamme che ascoltano o che delegano ad altri , mamme egoiste o altruiste, mamme anaffettive o affettuose, mamme violente o dolci, mamme in carriera o in corriera, mamme ritardatarie o puntuali, mamme empatiche o indifferenti, ottimiste o pessimiste e così via. Il fatto é che solo voi sapete come é vostra madre e se si merita gli auguri, fateglieli! e voi che siete mamme e non li avete ricevuti, chiedetevi il perché.

Da parte mia, sono figlia di una donna determinata, forte e generosa che vorrei poter abbracciare ma non posso più da 5 anni ormai.

Quindi viva le mamme e abbracciatele voi che potete!

baci, ML

La cura delle cose

Da un po’ cercavo qualcosa dove mettere, durante l’inverno, i tanti cuscini che usiamo in giardino.

Nei giorni scorsi sono tornata dopo un sacco di tempo nella vecchia cantina dei miei nonni. Quando ero piccola non mi piaceva andarci, ricordo che tutta quella roba ammassata , tutti quei mobili scuri mi facevano paura e non vedevo l’ora di uscire fuori alla luce.

Stavolta invece ci sono rimasta per ore, immersa negli oggetti e nei libri della mia famiglia o meglio dei miei nonni. Sono sempre stata affascinata dal passato, credo che i mobili appartenuti a qualcun altro abbiano in se’ qualcosa da raccontare tra le crepe che sanno di vecchio, come hanno storie di vita da raccontare le rughe sul viso delle persone. Quando si usano oggetti appartenuti ai nostri familiari non si tratta solo di recuperare e non buttare oggetti vecchi ma di ridargli vita utilizzandoli nuovamente.

Accatastati in un angolo della cantina c’erano tre bauli. Quei tipici bauli con le maniglie di lato che venivano usati nei viaggi fino alla meta’ del ‘900. Dovevano essere i famosi bauli usati dai miei nonni per portarsi dietro le loro cose durante la trasferta in Africa negli anni ’30. Neanche 100 anni fa eppure per arrivare in Africa si attraversava il mare in nave con i bauli. Chissa’ quanto avranno visto e conosciuto questi bauli nei loro viaggi durante gli anni del fascismo e della guerra poi, chissa’ che abiti o oggetti personali dei miei nonni o di mia madre bambina hanno trasportato. Non potevo crederci, avevo trovato esattamente quello che volevo anzi il baule aveva trovato me.

Non e’ ridotto male, solo un po’ da restaurare , non so ancora se lo lascero’ cosi’ al naturale oppure gli daro’ una botta di vita portandolo negli anni 2000 . Di sicuro mio nonno sarebbe contento di sapere che uno dei suoi bauli, che ha custodito le sue cose durante i suoi viaggi, adesso e’ qui con me e non piu’ al buio dimenticato dentro una cantina.

Ecco scusate se ho condiviso qualcosa di molto personale ma in un mondo che corre e che spreca , avere cura delle cose che ci vengono lasciate e’ un nostro dovere e per come la penso io ogni oggetto porta con se’ una storia che puo’ essere raccontata.

Ciao belli, ML

Armonia

In questi giorni è uscita la nuova linea lei/lui : Armonia .

Il nome non e’ stato scelto a caso e neanche razionalmente, prima c’e’ stata la visione come sempre e poi è uscito fuori il nome.

Armonia nel senso di equilibrio tra bene e male, tra gioia e dolore, tra lavoro e riposo, nel senso di distacco dal dolore passato visto solo come occasione per una maggiore conoscenza di noi stessi per poter aiutare il prossimo con la nostra energia creativa.

L’idea di questi pezzi c’era da un bel po’, avevo tutto il necessario meno la spinta di mettermi lì a creare, un po’ come lo scrittore che ha il foglio bianco e le parole ma non l’ispirazione per metterle insieme.

Dopo giorni e giorni di mani ferme e mente in attività frenetica, stati emozionali contrastanti e momenti di stallo totale, ho avuto un’illuminazione, sono riuscita a dare forma concreta ai pensieri interiori ed è nata Armonia.

Fatemi sapere se anche voi credete che vivere in armonia sia la strada per vivere sereni e in pace con l’universo, solo così è possibile adattarci alle sfide che la vita ci mette davanti riuscendo a scivolarci intorno lasciando fluire la nostra energia senza ansie, sensi di colpa e insicurezze.

Nei prossimi giorni pubblicherò le foto e i pezzi saranno caricati sullo shop, ditemi che ne pensate.

Auguro a tutti di raggiungere l’armonia interiore, io faccio progressi ma devo lavorarci con costanza. Voi, se volete, potete cominciare a indossare Armonia by Lalla’s 😉

Ciao, ML

Controcorrente

Di solito scrivo la seconda domenica del mese ma volendo parlare di Amore ho voluto scrivere oggi invece di ieri e nel giorno della festa degli innamorati io vado controcorrente.

Infatti non è dell’amore verso un’altra persona che voglio parlare oggi ma di quello che va nella direzione opposta, l’ amore verso di noi, sì perché è quello che manca !
Oggi più che mai , dopo due anni di distanza forzata tra le persone, dopo due anni di divieti e di terrore mediatico non-stop , il risultato è che la gente non ama più nulla, non si vuole più bene e tanto meno ama la vita!

Non ho problemi a dire che i contatti con gli altri si sono ridotti in modo drastico, alcuni sono spariti del tutto, amici che neanche ti chiedono più come stai , che ignorano i
messaggi, scomparsi con la scusa del lockdown e mai più sentiti, anche perché di insistere onestamente non va a nessuno. Non c’è più la voglia di divertirsi, saranno le museruole, i continui richiami a mantenere le distanze, i controlli della tessera verde, i gel disinfettanti ovunque, la difficoltà ad immaginare un futuro, sarà tutto questo ad averci levato la voglia di uscire e l’ amore per la vita ?

Credo che sia urgente un immane sforzo collettivo per guarire dalla “sindrome della tuta e divano” e ricominciare a vestirsi e ritrovare il piacere di vivere! Amare se stessi, piacersi, curarsi, sorridere e organizzare feste, cene e viaggi. Bisogna aprire l’armadio e mettersi quello che è lì fermo da più di due anni, la cosa più glamour che avete anche solo per andare al supermercato! Ribelliamoci intelligentemente all’appiattimento dentro cui ci hanno fatto sprofondare , lo so che è difficile ma è necessario riprendere in mano la propria vita nonostante i divieti, si può fare se lo vogliamo veramente. Dobbiamo andare controcorrente
utilizzando una strategia di disobbedienza intelligente, seguire la massa ci porta solo verso la depressione collettiva.

Amiamoci, usciamo da questo buio medievale fatto di paure, punizioni e divieti, la primavera sta arrivando e con lei la voglia di vivere vincerà. Dipende solo da noi, tiriamo fuori le ovaie o
le palle…chi ci sta ?

Viva l’amore e buon San Valentino!

ML

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2022… finalmente

Questo 2022 non e’ iniziato troppo bene , infatti per un problema con il sito non sono riuscita a pubblicare il mio articolo sul blog la seconda domenica di gennaio.

Quindi eccoci qui alla terza. Cosa vi siete augurati per questo nuovo anno?

Personalmente non vedevo l’ora che il 2021 finisse, e’ stato un anno molto lungo , difficile, direi peggio del 2020. Nel 2021 c’ e’ stato lo stravolgimento dei rapporti umani , la paura ha portato tutti a vivere distanti , a essere sospettosi, a giudicare, a puntare il dito mentre i nostri governanti non sono riusciti a portarci fuori dall’emergenza in 24 mesi tanto che e’ stata riconfermata fino al 31 marzo ma io non ci credo piu’. Ho deciso che la pandemia e’ finita!

Infatti per la prima volta dopo tanto, pochi giorni fa ho dato la mano ad uno sconosciuto. Quando mi si e’ presentato offrendomi la mano, mi e’ sembrato naturale dargliela e dopo ho realizzato che erano due anni che non mi capitava. E’ stata una sensazione bellissima, quel gesto, che da troppo ci era stato vietato, rappresentava in quel momento per me il ritorno alla normalita’. Era fatta! Io per il 2022 mi sono gia’ fatta il regalo!

In effetti pure la mascherina mi e’ sempre stata antipatica e non mi ci sono mai abituata. Mi capita continuamente di dimenticarla, in casa quando esco, in macchina quando scendo, in tasca quando entro nei posti e mi e’ sempre sembrato strano e ridicolo partecipare a riunioni con gente sconosciuta mascherata, cosi’ assurdo che sistematicamente l’ abbasso almeno per 10 secondi per mostrare il mio volto e presentarmi per bene e di solito gli altri poi fanno uguale. Mai eppoi mai deve sembrare normale partecipare ad un incontro senza sapere con chi si sta veramente parlando.

Quindi per me questo 2022 e’ iniziato all’insegna del ritorno alla normalita’, basta crederci. D’altronde oggi a casa nostra altre persone si sono scambiate la mano senza pensarci due volte, basta ricominciare ad avere fiducia nell’altro e il ritorno alla vita normale sara’ piu’ veloce di quanto si pensi.

Il mondo, troppo a lungo, ha vissuto nella paura, ognuno si e’ comportato come credeva fosse giusto, rinunciando tutti alla propria liberta’ di movimento, adesso anche BASTA no ?

Il mio augurio e’ che dopo due anni bui , il 2022 porti luce e liberta’ perche’ siamo esausti e ce le meritiamo no?

Ci vediamo in giro e qui la seconda domenica di febbraio, ML